Chi era Cranio Randagio: X-Factor, la morte e il processo

La vicenda di Vittorio Bos Andrei, noto come Cranio Randagio, ha fatto molto clamore: lanciato da X-Factor, ha perso la vita in circostanze misteriose.

Vittorio Bos Andrei, meglio noto come Cranio Randagio, è nato a Milano nel 1994 da una famiglia legata al mondo artistico: infatti, suo padre Mario era attore (ha interpretato tra gli altri la fiction “Il Grande Fausto” e il film “Fiorile” dei Fratelli Taviani), regista e sceneggiatore, mentre anche sua mamma Carlotta ha partecipato ad alcuni film. Giovanissimo si trasferisce a Roma e a soli 16 anni perde il padre.

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La tragica storia di Cranio Randagio (Agenews.it)

Questo evento tragico, come raccontato dalla madre di Vittorio, ha avuto un impatto indelebile su di lui, creando una ferita emotiva che non si sarebbe mai rimarginata. Dopo la morte del padre, Vittorio si trasferisce in Australia, a Brisbane, con la madre e i suoi due fratelli, dove rimane per circa due anni. Tornato in Italia, inizia a coltivare la sua passione per la musica, e in particolare col rap.

La carriera artistica di Cranio Randagio

Siamo nel 2013 e un giovanissimo Vittorio Andrei assume il nome d’arte di Cranio Randagio, collaborando col producer Dubeat e pubblicando il suo primo singolo, “Dispersione solitaria”. A settembre dello stesso anno, rilascia il suo primo EP, “Mezzo Vuoto”, composto da sei tracce, dimostrando subito il suo talento lirico e musicale. Sempre con Dubeat fonda anche un duo, i “Weed Runners”.

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Un video del rapper Cranio Randagio (Agenews.it)

La sua carriera è pronta a esplodere, grazie anche alla pubblicazione di un primo disco, ovvero “06-02 Crescere”, preceduto dal singolo “Stay Stray”. Siamo nel 2015, che è anche l’anno della sua partecipazione a X-Factor, dove però non supera gli Home Visit. Non è certo finita lì: Cranio Randagio non si ferma e prosegue con la pubblicazione di nuovi brani e album.

Inizia anche a collaborare con due componenti dei Cor Veleno, Gabbo e dj Squarta, peraltro reduci da una grave perdita, ovvero la morte di Primo Brown, avvenuta la notte di Capodanno del 2016 a soli 39 anni. Nel marzo 2016 esce il suo album “Love & Feelings”, che consolida ulteriormente la sua presenza nella scena musicale italiana. Vittorio si laurea anche al SAE Institute di Milano nello stesso anno.

La morte improvvisa e il processo contro alcuni amici di Cranio Randagio

Purtroppo, un tragico evento pone fine alla vita di Vittorio: nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2016, infatti, muore in seguito a un cocktail letale di droghe durante una festa a casa di amici. Dopo la sua morte, la sua eredità musicale continua attraverso la pubblicazione di brani postumi. Il 12 novembre 2017 viene rilasciato il videoclip del brano inedito “Se Solo Potessi”.

L’anno successivo esce l’album postumo “Come il re leone”, che include collaborazioni con artisti come Rancore e Gemello, e col fratello minore Sergio Andrei. Nel 2019, nel terzo anniversario della morte, esce la raccolta “Delusuoni”, con l’ep d’esordio e tutti e tre i primi album inseriti integralmente, e una pendrive con l’inedito “Delusioni” e “Delusioni – Remix”.

Il processo di primo grado per la sua morte si è concluso con l’assoluzione di Francesco Manente, accusato inizialmente di aver fornito la droga, mentre altri due giovani, Jaime Garcia De Vicentiis e Pierfrancesco Bonolis, sono stati condannati a due anni e sei mesi per favoreggiamento. Al processo sulla sua morte, è dedicata una puntata di “Un giorno in pretura”.

La madre di Vittorio, in tutti questi anni, ha sottolineato il bisogno di verità e di responsabilità, e in queste ore, parlando del processo, che va verso la prescrizione in Appello, ha evidenziato: “Un processo di cui si sarebbe fatto volentieri a meno se ognuno si fosse assunto le proprie responsabilità, ed invece un processo lungo e doloroso che lascia un buco profondo nel cuore della mia pancia”.

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