Aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro rispetto al costo attuale, ovvero quasi raddoppiare il prezzo: la proposta degli oncologi.
L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), insieme alla Fondazione AIOM e Panorama della Sanità, ha lanciato una campagna denominata #SOStenereSSN, la cui azione e proposta principale intende essere un aumento di 5 euro sul prezzo dei pacchetti di sigarette. Questa iniziativa è stata presentata in Senato nelle scorse ore, ma cosa ha spinto gli oncologi a una presa di posizione così forte?
L’iniziativa, secondo quello che è stato sostenuto in conferenza stampa, si pone due obiettivi principali: ridurre il numero di fumatori, disincentivando l’abitudine al fumo, e incrementare le risorse per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con un ricavo stimato di circa 13,8 miliardi di euro annui. I proponenti la ritengono una vera e propria “tassa di scopo”, per finanziare il sistema sanitario nazionale.
Combattere i danni del fumo con un aumento choc delle sigarette di ben 5 euro
D’altra parte, secondo Saverio Cinieri, presidente della Fondazione AIOM, sebbene le campagne anti-fumo abbiano ridotto il numero di fumatori, l’incidenza e la mortalità del carcinoma polmonare restano elevate, con il 75-80% dei casi diagnosticati in fase avanzata. I costi sociali ed economici sono significativi e per tale ragione si pensa che l’aumento del prezzo delle sigarette dovrebbe dissuadere i fumatori.
Nel 2023, in Italia sono stati diagnosticati circa 40.000 nuovi casi di tumore al polmone e i dati ci dicono che il 24,5% degli adulti tra i 18 e i 69 anni fuma, con un trend in crescita tra le donne. Tra queste, in particolare, si è registrato un aumento della mortalità per carcinoma polmonare del 16% tra il 2007 e il 2019. Cinque euro in più a pacchetto potrebbe essere un importante disincentivo a fumare o incentivo a smettere di farlo.
Come funziona all’estero e cosa ne pensa la politica di questa proposte
Va inoltre sottolineato che il tabagismo, oltre a essere il principale fattore di rischio per il tumore al polmone, è associato a numerose altre patologie, tra cui malattie cardiovascolari e respiratorie. Ma come funziona fuori dall’Italia? Ci sono Paesi come la Francia, la Germania, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti hanno già adottato misure simili per aumentare il costo delle sigarette.
Sostanzialmente l’Italia è uno dei Paesi occidentali dove un pacchetto di sigarette ha ancora un costo “sostenibile”, se si pensa che negli Usa un pacchetto di sigarette costa 8 euro e addirittura in Francia arriva a costare 12 euro. Questi aumenti – dicono i sostenitori di manovre di questo tipo – hanno dimostrato una certa efficacia nel ridurre il numero di fumatori.
L’altra domanda è che cosa ne pensi la politica italiana di una simile proposta: a quanto pare, in tanti si sono espressi favorevolmente e la vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, ha annunciato un emendamento in Senato per aumentare il costo delle sigarette, destinando i ricavi al SSN e alle campagne di sensibilizzazione sui rischi del fumo. Dopo la rivolta per le accise sul diesel, prepariamoci a nuove barricate.