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Cronaca

Lampedusa, il naufragio dei bambini: una pagina nera di storia italiana

Lampedusa, undici anni fa il naufragio dei bambini: la cronaca della tragedia, una pagina nera di storia italiana.

Le onde aumentano d’altezza, l’imbarcazione si inclina da un lato e viene rovesciata. I lunghi e terribili minuti che seguono pongono fine alla vita delle persone che si trovavano a bordo. Da tempi immemori, il naufragio ha rappresentato una causa diffusa di morte tra i naviganti dei mari. Ma negli anni Duemila, a quello stesso destino, purtroppo, con troppa frequenza vanno incontro bambini, donne e uomini che lasciano i loro Paesi per sfuggire alla povertà e alle guerre e dirigersi verso l’Occidente.

Il mare in tempesta è la principale causa del naufragio dei migranti (Agewnews.it)

Tra le innumerevoli tragedie che hanno visto protagoniste le coste italiane non si può non ricordare una delle più tristi: la strage di bambini avvenuta l’11 ottobre 2013. La sentenza sul naufragio, emessa nel dicembre di due anni fa, permette di ricostruire la cronaca della tragedia, individuano le responsabilità di quanto accaduto undici anni fa.

La sentenza sul naufragio ricostruisce la tragedia di Lampedusa: la cronaca del naufragio dei bambini

Il naufragio dell’11 ottobre 2013, passato alla cronaca come la “strage dei bambini”, portò alla morte di 286 persone, di cui almeno 60 minori. La sentenza n. 14998 sull’11 ottobre 2013, emessa il 15 dicembre 2022 dal Tribunale di Roma, ha stabilito le responsabilità di quanto accaduto a Lampedusa undici anni fa.

Aa essere accusati per i reati di rifiuto di atti di ufficio (art. 328, c.p.) e omicidio colposo (art. 589, c.p.) sono il responsabile della centrale operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto con compiti relativi al soccorso marittimo, Leopoldo Manna, e il capo sezione della sala operativa di CINCNAV (Comando in capo della squadra navale della Marina Militare), Luca Licciardi.

Il Tribunale ha dichiarato la prescrizione dei reati contestati, accertando al contempo la responsabilità degli imputati per quanto accaduto. La sentenza ha permesso di ricostruire quanto accaduto nelle ore che hanno preceduto la morte delle 286 persone.

Che cosa accadde l’11 ottobre del 2013, la cronaca della strage dei bambini

A bordo di un’imbarcazione partita nell’ottobre del 2013 dalla Libia vi erano stipate tra le 250 e le 400 persone. L’11 ottobre il barcone si trovava nell’area SAR sotto responsabilità delle autorità maltesi. Vista la gravissima situazione in cui versava l’imbarcazione, un medico siriano a bordo dell’imbarcazione chiamò per 6 volte in 5 ore il centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano (IMRCC), segnalando i guasti al motore, la presenza di persone ferite a bordo.

Diverse navi militari italiane, come la nave “Libra” inizialmente a sole venti miglia di distanza, erano nelle vicinanze dell’imbarcazione. Le autorità competenti per l’intervento e il coordinamento dei soccorsi (IMRCC e CINVNAV) non hanno però coordinato il soccorso dato che la nave in pericolo si trovava fuori dalla zona SAR italiana. Il naufragio che ha fatto seguito ha portato alla morte di 286 persone. Per via del mancato intervento, due dirigenti italiani sono stati sottoposti a un processo davanti al Tribunale di Roma per i reati di omissione di atti d’ufficio e omicidio colposo.

I naufragi delle barche di migranti sono oggi purtroppo frequenti (Agewnews.it)

La sentenza mette in luce gli obblighi operativi in capo all’MRCC che riceve una chiamata di emergenza sulla base dei piani operativi interni e delle norme di diritto internazionale. Gli obblighi di soccorso e intervento non si esauriscono in capo al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo, anche se l’evento di pericolo è al di fuori della propria zona SAR.

Elisabetta Guglielmi

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