Elettra Marconi, la figlia del grande inventore, offre un ritratto del padre a 150 anni dalla nascita: ecco chi era Guglielmo Marconi.
«Nelle onde elettriche lui vedeva le visioni del futuro». Così inizia il ritratto che Elettra Marconi ha delineato del padre, il grande inventore Guglielmi Marconi. A centocinquant’anni dalla nascita dell’uomo che inventò la radio, la figlia ricorda ai Media Vaticani i suoi primi anni di vita accanto al padre. L’intervista, riportata sul sito giornalistico Vatican News, offre un quadro unico di una figura importante per l’Italia e per il mondo come quella di Guglielmi Marconi.
Premio Nobel per la fisica nel 1909, Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874 e morì a Roma il 20 luglio del 1937. Imprenditore e politico italiano, sviluppò un sistema di telecomunicazione a distanza tramite le onde radio, creando la telegrafia senza fili o radiotelegrafo. Da tale sistema deriva lo sviluppo della radio e della televisione di tutti i moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione. Quando Guglielmo Marconi morì nella casa di famiglia a via Condotti a Roma, la figlia Elettra festeggiava il suo settimo compleanno. A distanza di centocinquanta anni dalla nascita del padre, Elettra Marconi torna a raccontare la figura dell’uomo che inventò la radio.
In occasione dei 150 anni dalla nascita del fondatore della Radio Vaticana, Guglielmo Marconi, i Media Vaticani hanno realizzato il video-documentario “Guglielmo Marconi: L’uomo che ascoltò il futuro”. Un estratto del filmato è riportato sul canale YouTube di Vatican News.
Figlia dell’inventore della radio e della contessa Maria Cristina Bezzi-Scali, Elettra Marconi (nata nel luglio del 1930) testimonia ancora oggi la grandezza e la genialità del padre, con i suoi racconti vissuti in prima persona. Dal salotto della sua casa romana in via dei Condotti, dove il padre ha realizzato alcune delle sue imprese più memorabili, Elettra racconta della «personalità molto complessa» del padre, «molto intelligente e […] attratto dall’elettricità».
La donna racconta che Marconi aveva ricevuto in regalo dal padre «una barca a vela quando viveva a Livorno. Con la madre e il fratello vedeva queste navi, questi velieri che si allontanavano senza poter chiamare aiuto. Se c’erano tempeste e naufragi non potevano chiamare soccorso. I marinai non avevano notizie delle famiglie per mesi durante viaggi lunghissimi». Guglielmo ha così avuto «l’idea di usare queste onde per poter salvare le vite di queste persone e di comunicare nello spazio a grandi distanze senza fili. Prima c’erano solo i cavi». Un ingegnoso lavoro di fisica, matematica e chimica ha portato Marconi a realizzare l’invenzione che gli valse un Premio Nobel.
Guglielmo Marconi iniziò a fare i primi esperimenti da autodidatta. Aveva solo 14 anni quando realizzò le prime «antenne con i manici di scopa, i coltelli e le forchette. Usava qualsiasi cosa per raggiungere lo scopo. Era pieno di immaginazione», racconta la figlia Elettra. Quando lei nacque, nel 1930, il padre aveva già da anni inventato la radio, ma sin da quando era bambina ha sentito parlare dell’invenzione della radio. «Me ne ha parlato per tutta la sua vita. Nel 1901 ha fatto la prima trasmissione senza fili attraverso l’atlantico, ma è nel 1895 che fece la prima trasmissione dalla campagna vicino Bologna, nella casa dei genitori di mio padre. […]. Aveva 21 anni e i genitori hanno capito subito. La madre, che lo adorava e lo appoggiava, credeva ciecamente nel figlio ed è andato con lui in Inghilterra, a Londra».
Guglielmo Marconi non era solo un geniale inventore, ma era anche «un padre molto affettuoso. Molto divertente, aveva umorismo. E soprattutto era intelligentissimo. Mi trattava come una persona grande, mi faceva crescere. Mi dava responsabilità. Voleva che io seguissi i suoi consigli». Elettra racconta, poi, l’amore che il padre nutriva per la madre Maria Cristina. «Erano molto innamorati. Era un grande amore. Sempre in accordo, in armonia. Avevano le stesse passioni. Amavano le bellezze della natura. Il mare. Passioni che poi hanno trasmesso anche a me. E la musica. Avevano una grande passione per le bellezze artistiche. Si somigliavano molto. E non soffrivano il mal di mare, perché la loro era una casa galleggiante. Un laboratorio. Era lo yacht Elettra, che mio padre comprò alla fine della guerra, nel 1919. Quando sono nata io si era sposato con mia madre ha voluto chiamarmi come il suo bellissimo yacht».
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