Poco fa, Lucia Goracci, in diretta con l’edizione del Tg3, ha spiegato che lei e la sua troupe sono state aggredite in Libano: c’è anche un morto.
Lucia Goracci, una delle inviate di punta del Tg3, ha condiviso pochi minuti fa il resoconto drammatico della sua esperienza in Libano, dove si trova come reporter di guerra, per raccontare di quanto sta avvenendo in Medio Oriente in queste ultime settimane. Quello che ha spiegato in diretta la giornalista ha scosso profondamente non solo la sua troupe, ma anche il pubblico italiano.
Infatti, Lucia Goracci, inviata sul campo in un’area nord di Sidone, era impegnata a documentare la situazione in un villaggio che era stato colpito da un bombardamento da parte di Israele, avvenuto solo due notti prima. Secondo la giornalista, gli abitanti erano collaborativi nel raccontare le loro esperienze, finché lei e il suo team sono stati vittime di un’aggressione che ha avuto esiti tragici.
Cosa è successo a Lucia Goracci e alla sua troupe in Libano
Nel suo racconto, trasmesso durante un servizio del Tg3, la Goracci ha spiegato come la loro presenza fosse stata regolarmente segnalata, permettendo loro di svolgere il lavoro senza particolari difficoltà. La gente del posto, come già evidenziato poco sopra, interagiva normalmente con la troupe e sembrava collaborativa. Tuttavia, la situazione è improvvisamente degenerata quando un uomo è apparso dal nulla.
Questi ha aggredito il cameraman Marco Nicois, cercando di sottrargli la telecamera, strumento primario per documentare e denunciare le realtà sul campo, garantendo il diritto di cronaca e la libertà di espressione, anche in momenti difficili come quello che sta vivendo il Libano. L’inviata descrive quei momenti concitati, sottolineando come, di fronte alla minaccia, Marco Nicois è stato protetto dagli altri.
La troupe del Tg3 si è allontanata quando più rapidamente possibile o almeno ha cercato di farlo, perché stando ai racconti, la situazione si è aggravata rapidamente: altre persone si sono unite all’aggressione, cercando di spintonare non solo il gruppo, ma anche il veicolo su cui viaggiavano. Costretti a fuggire in fretta, la troupe ha lasciato il villaggio e si è diretta verso una stazione di servizio.
La morte dell’autista di Lucia Goracci e della troupe del Tg3
Qui hanno cercato di ripristinare la situazione, ma purtroppo non è stato semplice, perché chi li aveva in precedenza aggrediti, è tornato a farsi vivo: l’uomo è riuscito a togliere le chiavi dal veicolo, continuando a minacciare la troupe e tentando di distruggere la telecamera. Uno dei momenti più strazianti del racconto della Goracci è quello relativo alla morte improvvisa dell’autista della troupe.
Nel tentativo di mediare con l’aggressore e calmare la situazione, l’autista ha improvvisamente perso i sensi. Nonostante i tentativi di rianimazione, l’uomo è morto in ospedale, a causa di un infarto. Lucia Goracci ha ricordato l’autista con parole toccanti, sottolineando la sua profonda umanità e la dolcezza con cui si era sempre relazionato con il team, nonostante la durezza del contesto in cui operavano.
Purtroppo, non si tratta di un caso isolato: da quando, dopo il 7 ottobre dell’anno scorso, Israele ha dato il via a una offensiva senza precedenti prima nella Striscia di Gaza e quindi in Libano, i giornalisti morti sul campo, nel tentativo di difendere il loro diritto di cronaca anche in zone di guerra, sono decine e molto spesso non si tratta di eventi accidentali, ma di veri e propri omicidi mirati.