Non accettare l’eredità è assolutamente possibile: basta seguire questo iter per comunicare il proprio rifiuto.
Non in tutti i casi risulta conveniente ricevere e accettare un’eredità. In qualità di erede, ci si può ritrovare in una posizione di svantaggio derivata, ad esempio, dall’acquisizione dei debiti del defunto o dall’amministrazione di beni costosi e poco redditizi. Ecco che la legge italiana ha previsto anche la possibilità di rinunciare all’eredità.
Coloro che opteranno per questa soluzione, non potranno ottenere nulla di ciò che è stato tramandato dal defunto. Non si parteciperà alla divisione del patrimonio, comprensivo dei contanti e dei depositi bancari. La rinuncia è da estendersi persino ad oggetti di modico valore che mantengono solo un’importanza affettiva. Proprio per evitare un epilogo tanto drastico, alcuni si chiedono se è possibile rinunciare anche solo a parte dell’eredità. Analizziamo nel dettaglio quali sono le opzioni possibili e cosa comporta la non accettazione del lascito patrimoniale.
Per rinuncia all’eredità, intendiamo la decisione presa dall’erede di dichiarare formalmente di non voler accettare quanto gli è stato lasciato dal defunto. La legge prevede la possibilità di rinunciare all’eredità in qualsiasi momento. Non sarà più necessario un procedimento formale quando saranno trascorsi 10 anni dalla morte poiché, al trascorrere di questo tempo scadrà comunque il diritto all’accettazione e l’eredità sarà automaticamente considerata rifiutata.
Possono esserci diversi motivi che spingono un erede alla rinuncia: normalmente, accade quando l’eredità è composta principalmente da debiti o quando questi ultimi sono superiori agli introiti. Può accadere anche in presenza di immobili in cattivo stato o attività commerciali in perdita, conflitti familiari che verrebbero a crearsi o in caso di quote ereditarie senza alcuna utilità economica. Persino la scelta di far subentrare figli e nipoti del defunto nella successione dei beni potrebbe comportare la rinuncia all’eredità.
Stando a quanto stabilito dalla legge, non è possibile rinunciare solo a parte dell’eredità. La rinuncia deve essere totale e non è previsto che avvenga parzialmente: si può solamente decidere se accettare tutto il lascito o rifiutarlo. Può rappresentare una soluzione intermedia solo l’accettazione con beneficio di inventario, dove l’erede partecipa attivamente alla divisone dei beni e potrà rispondere dei debiti del defunto solo nei limiti della quota ricevuta. In questo modo, i creditori potranno soddisfarsi pignorando esclusivamente i beni ottenuti in eredità senza poter toccare quelli già di proprietà dell’erede.
Quando rinuncia all’eredità, il rinunciante viene considerato come se non fosse mai stato erede del defunto, pertanto non avrà alcun diritto sui beni oggetto della successione. La rinuncia dovrà avvenire tramite una dichiarazione formale che deve rispettare dei requisiti specifici: dovrà avvenire davanti ad un notaio o in presenza del cancelliere del tribunale. Solo in questo modo l’atto potrà considerarsi valido.
La denuncia sarà poi inserita nel registro delle successioni e non richiede l’accettazione da parte degli altri eredi. Non è previsto alcun termine temporale entro il quale effettuarla, tuttavia il diritto all’accettazione della successione può avvenire solo entro 10 anni dalla morte.
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