Nel 2024 è possibile chiedere la prescrizione di un debito: in questo modo si potrà smettere di pagarlo. Analizziamo la normativa di riferimento.
Un debito può cadere in prescrizione. Significa che, superata una certa data di scadenza, il creditore non è più autorizzato a pretenderne il pagamento. In Italia, ciascun debito prevede una durata temporale precisa: oltrepassato questo limite di tempo, decadono gli obblighi correlati.
Prendiamo, ad esempio, i debiti con lo Stato per quanto riguarda le imposte non versate. Queste ultime cadranno in prescrizione dopo 10 anni di tempo, pertanto se non vengono attuate delle azioni che interrompono il periodo, alla scadenza di perde il diritto al pagamento. La prescrizione è regolata dalla legge, tuttavia non avviene in automatico in quanto non rilevabile d’ufficio. E’ necessario agire personalmente affinché il debito possa venire cancellato.
Un creditore deve prestare attenzione alla scadenza di un debito, perché solo entro un certo lasso di tempo potrà richiederne il pagamento. La prescrizione del debito parte da quando trascorrono 10 anni dalla possibilità di richiederlo. In alcuni casi specifici, è in vigore anche la prescrizione a 5 anni: è il caso di atti illeciti quali il mancato pagamento dell’affitto di un appartamento, delle spese condominiali, di ristrutturazione, delle bollette, delle rate dei mutui, dichiarazioni dei redditi o multe (a partire dal giorno in cui è stata effettuata la violazione), mentre la prescrizione a 3 anni avviene nel caso dei debiti per tasse automobilistiche o con liberi professionisti quali avvocati e notai. Decorso il termine della prescrizione, così come previsto dall’art. 2935 del codice civile, il creditore perderà qualsiasi diritto al rimborso.
Non è possibile richiedere la prescrizione di un debito: potrà solamente essere comunicata. Se il creditore dovesse avanzare delle pretese, il debitore potrà rispondere tramite Pec o raccomandata con ricevuta di ritorno per diffidare e far valere i propri diritti, in quanto ormai il debito è da ritenersi nullo. Normalmente, rivendicare un debito prescritto tramite un giudizio è altamente sconsigliato, in quanto per la maggior parte delle volte se ne esce con la causa persa.
Un debitore non deve poter dimostrare che il debito è caduto in prescrizione. Al termine del tempo prestabilito per il pagamento, potrà essere rifiutata ogni richiesta di versamento se non addirittura ignorata. Nel farlo, non ci si espone ad alcuni rischio, ad eccezione del caso in cui a richiedere il pagamento sia l’Agenzia delle Entrate. Solo in questa situazione è necessario contestare richiesta tramite ricorso.
Se il creditore avanza citazione in tribunale, si potrà sollevare la questione della prescrizione in presenza del giudice. Resta comunque escluso l’obbligo di sua dimostrazione. Sarà compito del creditore dimostrare la prova contraria opponendosi alla prescrizione: dovrà mostrare degli atti (quali richieste di pagamento con raccomandate, atti giudiziari ecc.) che provino che il periodo di prescrizione era stato interrotto.
C'è tempo fino al 18 ottobre per presentare la domanda per lo Zaino Amico: scopriamo…
Terminato il periodo della Disoccupazione, cosa si può fare nel 2024 se nel frattempo non…
Non tutti potranno ricevere la Carta Dedicata a Te con ricarica da 500 euro nel…
Quando si parla di salute, la prevenzione è fondamentale, ma la metà degli italiani non…
Concorso INPS 2024, oltre duemila nuove assunzioni previste: tutte le informazioni sui requisiti e sulle…
Nuovi cambiamenti in vista con il Bonus Casa 2025: sarà tutto diverso e al posto…