I bonus casa sono in circolazione dal 1998 e ora il Governo propone di tassare milioni di persone che ne hanno usufruito.
I primi bonus edilizi della storia italiana risalgono al 1998, quando il primo governo Prodi li introdusse al fine di ristrutturare le case. In seguito le iniziative che hanno puntato ad efficientare gli immobili sono state numerose, una tra tutte il Superbonus. Quest’ultimo, in particolare, si è rivelato una manovra piuttosto complicata da gestire.
Ha infatti comportato un’enorme spesa pubblica e anche una serie infinita di problemi per numerose famiglie che hanno o avrebbero voluto beneficiare di questa iniziativa. E se vi dicessimo che ora potrebbe esserci anche un nuovo problema? Stando a quanto comunicato dal ministro dell’Economia Giorgetti, infatti, il nuovo piano di bilancio interesserà da vicino chi ha ristrutturato casa con i bonus edilizi.
Stretta fiscale su 15 milioni di persone: di cosa si tratta
Ma di cosa si tratta nello specifico? L’intenzione è quella di effettuare controlli fiscali su chi ha beneficiato questi bonus, al fine di verificare che sia avvenuto l’aggiornamento catastale. In conseguenza di ciò, inoltre, è previsto un aumento delle tasse. A commentare la questione è subito intervenuto Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra.
Si tratta di una stretta fiscale su oltre 15 milioni di persone, “colpevoli di aver efficientato la propria abitazione per consumare meno energia e ridurre l’inquinamento. Il governo tassa gli onesti e premia gli evasori fiscali con condoni e il concordato preventivo“, ha dichiarato il politico. I proprietari delle abitazioni che hanno beneficiato dei bonus saranno dunque tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate le nuove misure catastali.
Risvolti pratici: chi dovrà pagare più tasse
Queste ultime, inoltre, potrebbero andare a influire sulla rendita catastale e dunque determinare l’aumento di tasse quali l’IMU (ciò interessa principalmente chi ha sfruttato i bonus edilizi per rinnovare le seconde case). Inoltre determinano un aumento del valore ISEE e del reddito lordo ai fini Irpef. Chi abita in case o condomini popolari, ad esempio, in molti casi ha beneficiato di un aumento di varie classi energetiche e ciò potrebbe significare un aumento del valore catastale di anche il 50%.
Anche in materia di successione ciò potrebbe comportare un aumento nelle tasse da pagare. A fronte di tutto questo, però, c’è da dire che chi ha effettuato i lavori col Superbonus e simili è tenuto a comunicare queste informazioni al fisco. Nella manovra di bilancio sono dunque previsti soltanto dei controlli più stringenti sulla questione.
Se il tutto ha il solo scopo di fare cassa, in un Paese in crisi come l’Italia, però, allora per Bonelli non è la soluzione. Un’idea potrebbe essere invece quella di introdurre una patrimoniale sui grandi patrimoni, che attualmente ammontano a 210 miliardi di euro.