Il Ministero della Giustizia, in accordo con la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, ha approvato la “messa alla prova” relazionata alla cura dei cani. Conosciamo i dettagli di questa nuova attività.
La messa alla prova potrà adesso essere svolta anche tramite la cura dei cani e lavori di pubblica utilità a favore degli animali in generale. Per “messa alla prova” intendiamo quell’istituto giuridico per cui gli imputati di reati minori possono evitare il processo penale svolgendo dei lavori pubblicamente utili o servizi per il bene della collettività.
Uno degli ultimi protocolli che regolamenta la messa alla prova, introduce la possibilità di prendersi cura dei cani e degli altri animali. Gli imputati, per ottenere la sospensione del processo, possono ora svolgere attività di pubblicità utilità a favore degli animali, ad esempio prestando servizio all’interno dei canili, dei rifugi o centri di recupero dedicati agli animali maltrattati.
Messa alla prova, come funziona il lavoro con gli animali
Tra le attività che possono svolgere, vi sono quelle legate alla tutela degli animali come la cura e l’assistenza di quelli che stazionano nei canili e nei rifugi; attività di recupero e riabilitazione dei soggetti maltrattati; promozione dell’adozione degli animali; sensibilizzazione su tematiche quali il randagismo o il benessere degli animali.
Ancora, all’interno dello stesso programma, sono disponibili attività legate al benessere ambientale quali la tutela dell’ambiente circostanze, un’attività di prevenzione degli incendi, di protezione dei boschi e delle produzioni agricole, di recupero del demanio marittimo, di manutenzione di immobili e servizi pubblici.
Come viene organizzata la messa alla prova
E’ l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) a redigere il programma di trattamento in modo da far coincidere le esigenze dell’imputato con quelle della struttura che lo accoglierà per il lavoro. Andrà a svolgere delle attività specifiche selezionate in base alle sue competenze, le quali potranno anche essere soggette a delle modifiche in corso d’opera, previa approvazione del giudice.
Chiaramente, si tratta di un’attività di volontariato che deve essere svolta personalmente, con spontaneità e in forma totalmente gratuita, solo ed esclusivamente per solidarietà e senza alcun fine relazionato al guadagno. Con queste nuove disposizioni, la collaborazione tra il Ministero della Giustizia e la LNDC vuole offrire un’opportunità agli accusati di reati minori di rimediare al danno causato alla collettività, contribuendo al benessere degli animali e dell’ambiente.
Questa iniziativa vuole promuovere da una parte la giustizia ripartiva, dall’altra sottolineare l’importanza della tutela e del rispetto degli animali. Con l’occasione, gli imputati potranno vivere un percorso di reinserimento sociale e riscattare la loro seconda occasione.