Terminato il periodo della Disoccupazione, cosa si può fare nel 2024 se nel frattempo non si è riusciti a trovare un nuovo lavoro?
Il periodo di sostegno economico nel quale si percepisce l’indennità di Disoccupazione Naspi non dura per sempre. Se nel frattempo non si è riusciti a trovare un nuovo impiego, quali soluzioni alternative sono possibili nel 2024? Chi ha da poco terminato il tempo del sussidio, necessita d’urgenza di aggrapparsi ad altri sostegni per poter garantire il proprio sostentamento. Ebbene, capiamo quali possibilità ancora offre il 2024.
Ricordiamo che, nonostante le possibili alternative verso cui volgersi, è necessario che prima della scadenza del periodo di erogazione della Naspi, il diretto interessato cerchi una nuova occupazione sulla base delle proprie esperienze personali e competenze. A tal proposito, ci si può avvalere dei centri per l’impiego per visionare tutte le offerte di lavoro in essere o ci si può affidare ai siti web dedicati agli annunci (come Mainpower, Adecco, Randstad ecc.) o ai programmi regionali e comunali appositi per l’inserimento lavorativo dei disoccupati, così come al programma GOL del Governo.
Terminati i pagamenti dell’indennità di Disoccupazione, si può richiedere un nuovo ISEE aggiornato al CAF del territorio per poter avanzare richiesta dell’Assegno di Inclusione. E’ bene sottolineare che l’AdI è compatibile con la Naspi, pertanto è possibile richiederlo per ottenerlo contemporaneamente all’erogazione della Disoccupazione, tuttavia quest’ultima concorre a formare il reddito della persona, pertanto l’Assegno sarà più basso. Terminato il periodo della Naspi, sarà possibile rivolgersi al CAF per richiedere l’aumento dell’importo.
In attesa dell’ISEE, chi non ha ancora richiesto l’Assegno di Inclusione o il supporto per la formazione e lavoro, può iniziare con l’avanzare richiesta online tramite la piattaforma dedicata. Queste due misure consistono nell’erogazione di un importo mensile, il primo tramite carta prepagata della posta AdI, il secondo tramite bonifico. Al contempo, è tuttavia necessario stipulare un patto lavorativo personalizzato e di inclusione sociale avente l’obiettivo del reinserimento nel mondo del lavoro, tramite corsi di formazione e progetti di pubblica utilità.
Dopo il periodo di Naspi, se si intende richiedere l’Assegno di Inclusione è bene accertarsi di essere in possesso dei seguenti requisiti: essere cittadino italiano, dell’Unione Europea o di Paesi terzi purché in possesso di regolare permesso di soggiorno UE di lungo periodo o diritto di soggiorno permanente e familiare di un cittadino italiano o dell’Unione Europea.
Ancora, si deve essere residenti in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo. Non si deve essere in stato di misura cautelare personale o essere stati condannati in via definitiva nei dieci anni precedenti la richiesta.
Il nucleo familiare deve possedere un ISEE inferiore a 9.360 euro (o non superiore a 7500 euro in caso della sola presenza di persone di età pari o superiore a 67 anni o in caso di presenza di disabili o componenti non autosufficienti); un valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superiore a 30.000 euro e un valore IMU diverso dalla casa di abitazione non superiore a 150.000 euro; un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6000 euro. In più, a nessun componente del nucleo familiare deve essere intestato un veicolo immatricolato per la prima volta nei 6 mesi precedenti la richiesta dell’AdI o un veicolo con cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., nonché navi e imbarcazioni da diporto.
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